S. Pietro – Piazza Bedogna – Sorboggia. Dislivello m. 629 – tempo di percorrenza ore 2.10.
Dopo aver percorso, in leggera salita, la strada principale di S. Pietro, fino al ponte sul torrente Mengasca, lo si attraversa piegando a destra e raggiungendo, con alcuni tornanti, il terrazzo che si allunga da Sud a Nord ed ospita l’antico nucleo di Ronscione.
Qui molte vecchie abitazioni, alcune di dimensioni notevoli, mostrano ancora le particolarità costruttive del passato, con portali allineati sulla via principale, scale esterne, porte e finestre con inferriate, molte “lobie” (ballatoi in legno), sulle quali, come in tutte le altre località del Comune, sulle assicelle orizzontali, sovrapposte a spazi regolari e che ne costituivano la protezione verso l’esterno, era uso collocare innumerevoli mazzi di pannocchie di mais, per favorirne l’essiccazione. Alcune scritte di epoca napoleonica sono ancora leggibili sulle facciate; in una delle case più grandi visse la famiglia che diede i natali ad Arturo Umberto Illia, nato in Argentina da emigranti partiti da qui e divenuto presidente di quella Nazione (1963-66).
Si prosegue per poche centinaia di metri lungo un percorso pianeggiante fino all’ultimo, piccolo nucleo al di là di un gorgheggiante ruscello: siamo a Bedogna, dove con un piccolo parcheggio termina la strada carrozzabile.
Da qui inizia il sentiero, che si imbocca salendo sulla scaletta ricavata dentro il cemento armato del muro di sostegno posto a monte (proseguendo diritti, invece, si va verso la Torre di Segname e Ca’ Pipéta – percorso n. 1).
Si risale a zig zag attraverso castagneti, superando dei dossi intervallati da ruscelli, fino a sboccare sul modesto pianoro di Piazza Bedogna (vedere scheda). Le betulle, che danno il nome al luogo, si annunciano subito, ancor prima di raggiungere i resti delle antiche abitazioni, avendo ormai invaso i vecchi coltivi abbandonati, di cui danno testimonianza i numerosi muriccioli a secco. Qui si trovano alcuni ruderi, con muri di buona fattura grazie anche alla qualità delle pietre reperibili sul posto; la casa più grande, sulla quale ancora pochi anni fa si leggeva una scritta toponomastica di epoca napoleonica, ha porte e finestre incorniciate da pietre accuratamente lavorate. Deviando un poco sulla sinistra (Sud) si vede in basso, al margine del piccolo pianoro, quanto rimane di una costruzione singolare, simile ad una torre.
Verso le ultime case in alto, si tiene a destra ritrovando il sentiero che sale un breve tratto per poi incrociare una recente pista forestale, che porta a compiere una lunga traversa verso destra (Nord) con inclinazione abbastanza costante: in corrispondenza delle poche baite diroccate del Piazèl si lascia la pista (che compie un tornante verso sinistra) per riprendere il sentiero (destra).
In breve si sbocca su un dosso con bel panorama e qui si trova una bianca cappellina detta del Pighett. Ora il percorso sale in modo costante dentro un valloncello, delimitato da imponenti roccioni sopra qualcuno dei quali, a sorpresa e in splendida posizione panoramica, si trovano appollaiati i resti di antiche stalle e cascine. Dopo questa salita abbastanza impegnativa, si compie una traversa verso destra che, finalmente, conduce alla piccola sella sopra lo sperone roccioso di Motta Sorana: siamo alle spalle della Torre di Segname, qualche centinaio di metri più in alto.
Qui troviamo un’altra cappellina, che si poggia su un lastrone di pietra mentre di fronte, salendo a destra sulla parte più alta del colle, sopra una roccia levigata dai ghiacciai si vede una bella cuppella, a testimonianza della presenza di antichi frequentatori.
Superato con una scala in pietra un profondo vallone che precipita verso le gole del torrente Boggia, ci troviamo ormai in Val Bodengo. Da qui il percorso prosegue quasi pianeggiante, conducendo attraverso un bel bosco di faggi al modesto pianoro su cui sorgono le case di Sorboggia. Di nuovo ci accoglie, per prima, una cappella di grandi dimensioni.
Il ritorno può avvenire sullo stesso percorso oppure utilizzando la strada che sale da Gordona a Bodengo. In tal caso si prosegue oltre Sorboggia, ci si abbassa seguendo un ripido ma sicuro sentiero, fino a raggiungere il ponte ad arco sulla Boggia: a sinistra si sale verso Bedolina, mentre superato il ponte si percorre una comoda mulattiera che guadagna quota fino a condurre alla strada carrozzabile.
Nota:
Un progetto, proposto dai comuni interessati e coordinati dalla Comunità Montana della Valchiavenna, prevede il recupero e la valorizzazione del percorso “di mezza costa”, che probabilmente prenderà il nome di Via delle Lepontine (Alpi che interessano, appunto, la sponda destra -occidentale- della Valchiavenna).
Se realizzato, il sentiero partirà da Gallivaggio (Comune di S. Giacomo Filippo), toccato anche dalla Via Spluga (itinerario storico ormai noto e frequentato), e collegherà in quota i vari villaggi, alcuni ancora abitati: S. Bernardo, Olmo, Sommarovina, Cigolino, Menarola, Orlo (Gordona).
Nella parte meridionale interesserà il Comune di Samolaco, raggiungendo Sorboggia e ricalcando in gran parte il presente percorso, con l’aggiunta di alcune varianti che consentano di visitare Ca’ Pipéta e la Cesura (quest’ultima lungo la Via Francisca).